La psicomotricità è una pratica educativa il cui scopo è quello di insegnare a gestire le emozioni attraverso attività che prevedono il movimento e il gioco. Si tratta per lo più di una disciplina rivolta al mondo dell’infanzia, in particolare a bambini che presentano difficoltà del linguaggio, autismo, o diffcoltà relazionali, ma anche a bambini particolarmente vivaci che faticano a mantenere la concentrazione.
La psicomotricità mira ad armonizzare lo sviluppo cognitivo e motorio del bambino e a far sì che questo possa esprimersi liberamente grazie a tecniche e attività specifiche che vedono un ampio utilizzo della musica. Ma che ruolo ha la musica nello sviluppo cognitivo e motorio? Scopriamolo insieme.
Rapporto tra musica e psicomotricità
Psicomotricità e musica sono due discipline strettamente connesse: la musica, in particolare, è una valida alleata dello sviluppo psicomotorio, nonchè un ottimo strumento per migliorare la coordinazione spazio temporale e imparare a interagire con il mondo esterno. Per i bambini, il linguaggio del corpo assume un ruolo più importante di quello verbale, in quanto con il corpo essi esprimono le proprie sensazioni ed emozioni e riescono a farsi comprendere dagli adulti anche in assenza di parole. Per un bambino che presenta un ritardo del linguaggio o un disturbo cognitivo simile, è doppiamente importante sapersi esprimere a livello motorio, proprio perchè questo è l’unico canale a disposizione per essere compreso e ascoltato dagli adulti.
La musica stimola la libera interpretazione motoria e facilita nei bambini lo sviluppo del senso ritmico spontaneo: i giochi e le attività proposte dagli esperti risultano infatti maggiormente proficui quando supportati da brani musicali con cadenze ritmiche ben precise. Attraverso il ritmo e il movimento, i bambini entrano a contatto con una realtà fisica diversa, dove imparano a gestire lo spazio proprio e altrui, a rapportarsi con l’altro e a controllare le emozioni: l’elemento sonoro-musicale favorisce infatti uno spazio di scambio e di partecipazione nel quale nasce e si sviluppa una comunicazione condivisa attraverso i movimenti e il linguaggio non verbale.
Anche suonare uno strumento è un’attività musicale che coinvolge e assorbe la totalità della persona: l’interpretazione strumentale coinvolge infatti la postura e la motricità, mentre la composizione implica aspetti emotivi legati alle funzioni cognitive. Attraverso lo strumento, i ragazzi affetti da disturbi del linguaggio o difficoltà relazionali possono trovare dunque un canale di sfogo alternativo con il quale esprimersi in libertà.
Il ruolo della musica e gli effetti sul bambino
Lo scopo delle attività musicali indotte dal psicomotricista è quello di far sì che il bambino abbandoni gli atteggiamenti difensivi e di chiusura relazionale che lo caratterizzano in virtù di un approccio più cooperativo e complice nei confronti dei coetanei. I ragazzi affetti da autismo, disturbi del linguaggio e difficoltà relazionali, fanno fatica a fidarsi del prossimo e manifestano atteggiamenti difensivi che possono sfociare anche in scatti d’ira o crisi di pianto e urla dovuti l’impossibilità di comunicare con il mondo esterno e gesitre le emozioni. Grazie alle improvvisazioni, la danza e i giochi musicali, i bambini con questi disturbi imparano ad esprimersi e a liberarsi delle emozioni negative con il movimento corporeo, gli strumenti musicali e le attività di gruppo.
In questo senso, la musica contribuisce ad abbattere le barriere fisiche ed emotive, promuovendo nei bambini affetti da disturbi relazionali la fiducia in se stessi e verso il prossimo, con conseguente distacco dal rapporto esclusivo e morboso con l’adulto di riferimento. I benefici della terapia musicale unita alla psicomotricità sono evidenti anche a livello fisico: segnali positivi di risposta alle attività proposte si manifestano ad esempio nella postura, nell’espressività del volto, nell’uso della voce e nella motricità.
La musica al servizio della psicomotricità
La musica svolge dunque un ruolo fondamentale nello sviluppo cognitivo e motorio del bambino affetto da disturbi relazionali e del linguaggio: al servizio della psicomotricità, essa può raggiungere obiettivi importanti e consentire ai ragazzi che presentano tali patologie di esprimersi liberamente e acquisire fiducia in se stessi e nel prossimo, ottenendo miglioramenti significativi a livello fisico ed emotivo.